Sento il bisogno dopo qualche giorno (non ho potuto farlo prima) di chiarire meglio il mio pensiero rispetto al rapporto Occidente-Oriente – e in particolare fra Islam e Cristianesimo – a seguito dalla relazione di Paolo Mariani nell’ultimo incontro del Caffè filosofico di Crema.
Parto da una premessa, che in realtà dovrebbe essere la conclusioni di un ragionamento che qui non è possibile fare: l’Oriente è destinato ad arrendersi alla cultura scientifico-tecnologica dell’Occidente, molto più forte perché (apparentemente) molto più rispondente alle attese dell’uomo: la sua capacità di dominare il mondo, di sconfiggere i propri mali (fame, impotenza, malattie…) e di immaginare così, un futuro di felicità. Tutto ciò è stato evocato per secoli dal riferimento teologico-religioso, comune, in sostanza, sia alla religiosità storica cristiana che a quella islamica. C’è qui, allora, un punto fondamentale di convergenza fra cristianesimo e islam – che Paolo Mariani ha giustamente sottolineato – e che riguarda un comune processo di resistenza nei confronti della contemporaneità che invece reclama un giudizio di finalità nei confronti della scienza e della tecnica che le religiosità non possono (oggi) accettare. E’ quindi indubbiamente più facile – nonostante le apparenze – un dialogo interreligioso (specie se riferito alla tradizione più antica e isolata) piuttosto che un duro confronto fra due concezioni sociali una delle quali (l’islamica, e in genere, l’orientale) appare immediatamente troppo più debole rispetto all’altra, per poter accettare un qualsiasi rapporto che la vedrebbe immediatamente soccombente. L’unico appiglio per non arrendersi alla cultura operativa e concreta dell’occidente, è quello di sfuggire alla pura razionalità e di rifugiarsi nella fede: una fede che esige una adesione totale e indiscutibile, fatta, nelle sue manifestazioni estreme, di fanatismo, di tenace attaccamento al trascendente, di dura opposizione intollerante e aggressiva. Non potendo competere con l’anima scientifica e tecnologica dell’occidente, l’Islam rafforza i momenti di competizione religiosa con il cristianesimo. Anche questo Paolo Mariani ha detto in riferimento a quella parte del mondo islamico che si trova maggiormente e più direttamente a contatto con l’occidente. La competizione non è infatti sul piano religioso – lo stesso Papa Benedetto XVI si è più volte dichiarato a favore del necessario rispetto di ogni religione e della possibilità di manifestarla. Un’ultima cosa: l’aggressività manifestata dall’intolleranza sociale reciproca fra occidente e oriente, è funzionale al realizzarsi di una società della competizione, della concorrenza, del conflitto, della frammentarietà… Una troppo rapida integrazione, porterebbe più all’appiattimento che allo sviluppo, ed è esattamente questo che scienza e tecnica, nel loro carattere progressivo, rifiutano. Il dialogo interreligioso sposta l’attenzione nei confronti dei valori tradizionali, il contrasto rafforza invece la corsa verso la scienza e la tecnica – nell’illusione del maggior rafforzamento dell’una o dell’altra parte - come unico valore.
Naturalmente sono solo degli spunti che esigerebbero un ben maggior approfondimento.
Data: 18.06.2013