Livio, grazie anche a te.
Mi farebbe grande piacere avere la conferma di non avere capito nulla di te, qualora tu non fossi ostile alla ragione, alla scienza, alla libertà. Se permetti, anche io potrei scrivere che il pensiero che io possa “idolatrare” la lavatrice o il fondo pensione è altrettanto ridicolo. Il problema non siamo io e te. Il problema è che ciò che scrivi su ragione, scienza, libertà fa pensare che non diamo affatto lo stesso significato a quelle parole, oppure che siano da onorare in modo piuttosto diverso nella pratica. Queste incommensurabilità terminologiche e concettuali continuano a tenerci distanti.
Solo una breve aggiunta. È vero che alcuni argomenti sollevano la mia istintiva ripulsa. Sono certo che anche tu provi lo stesso per altre questioni – è perfettamente normale. Ciò che accetto meno è usare questo umano istinto per tacciare l’interlocutore di dogmatismo, pregiudizio o sentimentalismo in ogni comunicazione. Anche io penso che talune tesi del libro siano dogmatiche e aggressive, ma non per questo le ritengo frutto dei moti viscerali di tizio e caio. Le giudico in sé per ciò che penso rappresentino. Naturalmente, penserai che in realtà non è così e che è l’ennesima razionalizzazione a posteriori. Tronchiamo sul nascere questa dietrologia.
Nemmeno io voglio botte e risposte, anzi vorrei che qualcun altro intervenisse (non avendo nessun bisogno di farsi convincere da me della “malvagità” del libro) perché questo non è un affare tra me e gli autori. Quindi chiudo qui, perché non penso sia utile rimanere nella nostra gabbia.
Data: 03.01.2019