Caro Luca, tu dici che Guido ha banalizzato. A ma sembra abbia distillato i concetti presenti nel tuo dizionario, denudandoli di parole superflue. Se quel che resta appare banale non è colpa sua. Mi pare infatti che tu svolga il ruolo di defensor fidei, fede nella scienza, nel progresso, nella democrazia, nella libertà ecc., cioè nelle più evidenti mitologie moderne, opponendo alle tesi del libro gli stereotipi correnti - direi gli ‘imprescindibili’ del mainstream - più che solide confutazioni. Questi classici tòpoi sembrano nascere nel tuo scritto da un fiducioso dogmatismo e sostenere pregiudizi più che ragioni.
È in fondo uno scritto polemico, non argomentativo.
Io non dubito che tu abbia letto il libro con attenzione due volte, ma suppongo che la seconda sia servita solo a razionalizzare la tua istintiva ripulsa e a cercare un modo di formalizzarla.
Vorrei usare le parole di un grande tiranno e sterminatore (quello che io sono in potenza, secondo Luca), Napoleone: “Io non mi offendo punto che mi contraddicano; ma cerco che mi rischiarino.” Questo dizionario non chiarisce nulla, solo esprime la fede dell’autore in alcuni dogmi della moderna laicità e la sua ostilità viscerale per chi ne dubita.
Dunque Luca mi perdonerà se non ho trovato nelle sue parole veri argomenti coi quali confrontarmi.
Mi sembra però di poter criticare l’approccio intellettuale di fondo, che attacca le tesi del libro dando per evidente, scontata, la loro falsità e la loro pericolosità (“queste cose non si possono né dire né pensare”, sembrerebbe). Si percepisce una sorta di rifiuto ideologico e sentimentale, anche se Luca riporta citazioni, riferimenti dotti, a volte usando l’alibi della non dimostrabilità scientifica.
Vorrei dire anche che se qualcuno mi immagina ostile alla scienza, alla ragione, alla libertà, non ha capito nulla di me. Io cerco solo di indicare i limiti intrinseci di questi concetti e di evitare di farne degli idoli, come oggi accade. E vorrei che anche il ‘progresso’, l’economia, la tecnologia ecc. fossero legate ai reali bisogni dell’uomo e non altri idoli cui sacrificare la nostra felicità. Luca direbbe probabilmente che non sono idoli ma solo funzioni utili di una società che evolve.
Non vorrei però avviare una serie di botte e risposte, a meno che Luca non lo reputi necessario. In fondo, se Luca è riuscito a convincere qualcuno della malvagità di questo libro, io non voglio convincere nessuno della sua bontà.
Data: 03.01.2019