L'ARTE DI VIVERE - RELATORI: FERRUCCIO ANDOLFI E SILVANO ALLASIA

12.11.2018 21:00

Vivere non vuol dire soltanto affidarsi al ritmo biologico dell'esistenza, ma trovare di continuo le ragioni per continuare a vivere, magari anche con qualche gusto, malgrado le tante avversità che si incontrano sul proprio cammino. La cosa più naturale del mondo esige pertanto, per neutralizzare le forze negative che la contrastano una buona dose di saggezza ovvero l'apprendimento di un'arte. I filosofi antichi ne erano convinti sia che puntassero, come gli epicurei, sul piacere di vivere, o che raccomandassero l'accettazione del mondo, come gli stoici. Le religioni in genere, e il cristianesimo in particolare, contengono elementi di "consolazione", che hanno consentito per millenni ai loro fedeli di affrontare con speranza le sfide del male e della morte. Anche con il declino delle fedi religiose permane l'esigenza, per individui animati da un "sentimento tragico della vita", di ritrovare, nella conoscenza di sé, nell'azione e nello scambio comunitario, nuove forme di sostegno che mettano al riparo dal male di vivere.

[Dalle note di presentazione del volume L’arte di vivere, a cura di Ferruccio Andolfi, Diabasisi, 2018, che sarà presentato durante la serata] 

 

Ferruccio Andolfi è stato docente di Filosofia della storia all’Università di Parma. Dirige il quadrimestrale “La società degli individui” e, insieme a Italo Testa, la collana di classici dell’individualismo solidale “La ginestra” (Diabasis). Tra le sue pubblicazioni: Lavoro e libertà. Marx Marcuse Arendt (Diabasis 2004), Il non uomo non è un mostro. Saggi su Stirner (2009),Il cuore e l’animo. Saggi su Feuerbach (Guida 2011). Ha edito testi di Schleiermacher, Feuerbach, Marx, Guyau, Simmel, Landauer.

 

Silvano Allasia insegna Filosofia e Storia presso il Liceo Racchetti-da Vinci di Crema. È redattore della rivista “La società degli individui”. Collabora con il Centro di ricerca Alfredo Galmozzi.

Dibattito

Data: 15.11.2018

Autore: Tiziano Guerini

Oggetto: Il male di vivere ed il rimedio

Nihilismo, angoscia esistenziale, impegno, nolonta', timore della morte... tante sono le espressioni che i filosofi hanno usato e usano per definire il male di vivere. L'unica che i più non usano è proprio la parola più antica che la filosofia ha fin dall'inizio proposto: il divenire. Forse perché appunto ha un sapore antico, anche se dell'antichità ci si dovrebbe fidare se risponde ai nomi di Socrate, Platone, Aristotele...

Ci si preoccupa degli effetti e non se ne vede più la causa.

A questo punto ci sono due possibilità: o si ricercano i rimedi al male di vivere (le illusioni poetiche di Leopardi, ad esempio; o il sapere scientifico- sperimentale ) sapendo che sono provvisori palliativi ( come dimostra il continuo elenco che via via ne viene proposto)oppure si mette in discussione la causa, cioè la definizione del divenire che la metafisica ci ha consegnato come indiscutibile. Oggi la filosofia è in grado di ridefinire il significato del divenire!

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